Le AI Overviews di Google stanno cambiando radicalmente la SEO, riducendo i clic sui risultati organici e rivoluzionando le strategie di posizionamento. In questo episodio di SEO in Pillole, analizziamo dati, impatti reali e le migliori strategie per affrontare questa trasformazione senza restare indietro. Sei pronto per il futuro della ricerca online?
Trascrizione
Ciao sono Simone Muscogiuri e oggi vi svelo il segreto più sorprendente del momento: le AI Overviews di Google stanno rivoluzionando la SEO, e il loro impatto potrebbe essere il più grande mai visto prima. Preparatevi, perché in questo episodio scopriremo cosa sta succedendo, come sta cambiando il traffico sui siti web e, soprattutto, cosa possiamo fare per non restare indietro in questa trasformazione epica.
Il più grande cambiamento nella SEO sta arrivando: sei pronto?
Partiamo da una verità semplice ma potente: le AI Overviews, quelle risposte generate dall’intelligenza artificiale che appaiono in cima ai risultati di ricerca, non sono più un esperimento lontano. Google le sta spingendo con forza, e i dati che abbiamo, insieme agli studi più recenti, ci dicono una cosa chiarissima: l’impatto c’è, ed è enorme. Ma cosa significa questo per chi vive di SEO, come noi? E come possiamo trasformare questa sfida in un’opportunità straordinaria?
Le AI Overviews: una rivoluzione che abbassa i clic
Cominciamo dal cuore della questione. Le AI Overviews funzionano come una sorta di super-risultato, un po’ come i vecchi featured snippet, ma molto più avanzate. Quando un utente cerca qualcosa, Google non si limita a mostrare link: offre una risposta diretta, generata dall’IA, spesso senza bisogno di cliccare altrove. Pensate a una ricerca tipo “quale smartphone ha la batteria più duratura”. Oggi potreste vedere una risposta sintetica in cima alla pagina, tipo “il modello XYZ vince con 20 ore di autonomia”, e sotto qualche link a siti tech. È comodo per chi cerca, ma per chi ha un sito? Qui arriva il colpo: i clic organici calano, e non di poco.
I numeri che circolano sono impressionanti. Negli Stati Uniti, dove le AI Overviews sono già una realtà consolidata, alcuni siti hanno segnalato perdite di traffico fino al 60%. Non è una cifra fissa, però: in certi casi il calo è minimo, quasi impercettibile, mentre in altri è devastante. Perché questa differenza? Perché Google sta ancora sperimentando a pieno ritmo. La percentuale di ricerche che mostrano queste risposte cambia continuamente, anche in mercati dove ci si aspetterebbe stabilità. È come se stessimo guardando un gigante che prova a trovare il suo equilibrio, e noi dobbiamo imparare a muoverci con lui.
La buona notizia, però, è che non tutti i settori soffrono allo stesso modo. I dati ci dicono che il calo più forte colpisce le ricerche informazionali, quelle domande che iniziano con “come” o “perché”. Pensate ai blog che spiegano “come scegliere una lavatrice” o ai siti editoriali con guide pratiche. Questi sono i più a rischio. Ma se vendete prodotti o servizi, come un e-commerce, l’impatto sulle conversioni sembra più contenuto. Le visite totali possono scendere, sì, ma i guadagni reggono meglio, soprattutto per i brand più forti e riconoscibili. È una distinzione cruciale, e ci torneremo tra un attimo.
Perché Google sta spingendo così tanto sulle AI Overviews?
Vi starete chiedendo: perché Google insiste tanto su questa tecnologia? La risposta è semplice ma potente: vuole rendere la ricerca il più veloce e utile possibile. L’articolo di Search Engine Journal, pubblicato il 10 marzo 2025, ci dà un indizio prezioso. Google stessa ha condiviso che le AI Overviews sono progettate per rispondere alle domande degli utenti in modo diretto, pescando dai contenuti del web con un processo chiamato RAG, Retrieval-Augmented Generation. In pratica, l’IA cerca i contenuti più rilevanti usando un motore di ricerca tradizionale, poi li sintetizza in una risposta chiara. È un sistema geniale, ma mette noi SEO davanti a una sfida mai vista prima.
C’è anche un altro aspetto interessante. Questa tecnologia non sta cambiando solo i risultati organici, ma anche la pubblicità. Alcuni dati suggeriscono che il calo dei clic sugli annunci a pagamento è persino più alto rispetto ai risultati naturali. Forse è per questo che Google continua a testare: vuole trovare il punto perfetto tra esperienza utente e guadagni pubblicitari. Pensate a una ricerca come “miglior hotel a Firenze”. Se l’IA vi dice “l’Hotel ABC offre vista sul Duomo e costa 150 euro a notte”, potreste non cliccare né sui siti né sugli annunci. È un equilibrio delicato, e Google lo sta ancora perfezionando.
L’impatto reale: numeri e storie che fanno riflettere
Entriamo nel vivo con qualche esempio concreto. Prendiamo un sito di viaggi che pubblica guide come “cosa vedere a Milano in un weekend”. Con le AI Overviews attive, un utente potrebbe trovare un elenco rapido di attrazioni – Duomo, Galleria, Castello – senza mai visitare il sito. Risultato? Le visite organiche crollano. Un editore americano ha raccontato di aver perso quasi la metà del suo traffico in pochi mesi, e questa è una storia che si ripete. Ma non è sempre così drammatico. Un e-commerce di abbigliamento, per esempio, potrebbe vedere meno clic sul suo blog “come abbinare una giacca”, ma le vendite di giacche restano stabili. Perché? Perché chi compra è meno influenzato dalle risposte rapide e più dal brand.
Questo ci porta a una scoperta fondamentale: i marchi forti resistono meglio. Se il vostro nome è sinonimo di qualità o unicità, gli utenti continueranno a cercarvi, anche con le AI Overviews in gioco. È una lezione potente: investire nella riconoscibilità oggi è più importante che mai. E non dimentichiamo la pubblicità: se gli annunci perdono clic, chi fa SEA dovrà ripensare le proprie strategie, magari puntando su parole chiave più specifiche o su campagne visive.
Come reagire: strategie per il presente e il futuro
Arriviamo al punto che interessa a tutti: cosa possiamo fare? La prima mossa, la più semplice e geniale, è monitorare. Scegliete un gruppo di parole chiave cruciali per il vostro business – magari “migliori cuffie wireless” se vendete elettronica – e controllate quante volte appaiono le AI Overviews. Potete farlo manualmente o con tool avanzati, ma l’importante è avere un quadro chiaro. Se avete già dati dagli Stati Uniti, usateli: sono una finestra sul futuro. E mentre ci siete, tenete d’occhio il traffico dai motori alternativi come Gemini o Perplexity. Non sono ancora giganti, ma stanno crescendo.
Purtroppo, non esistono trucchi magici per “ottimizzare” le AI Overviews. Google non ci dà dati precisi, nemmeno su Search Console, e questo rende tutto più complicato. Però una cosa è certa: la SEO tradizionale resta la base di tutto. L’IA di Google pesca dai siti ben posizionati, quindi essere tra i primi risultati organici è fondamentale. Alcuni studi, poi, suggeriscono che ci sono fattori che piacciono alle intelligenze artificiali: contenuti chiari e ben strutturati, dati precisi, statistiche, fonti autorevoli. E per il futuro? Il mercato cambia veloce, quindi leggete ogni studio nuovo e provate soluzioni diverse.
La sfida più grande: cavalcare il cambiamento
Siamo alla fine di questa puntata, e il messaggio è chiaro: le AI Overviews sono qui, e il loro impatto è il più grande che abbiamo visto negli ultimi anni. Possono spaventare, sì, ma anche aprire porte incredibili per chi sa adattarsi. Monitorate, sperimentate, puntate sulla qualità e sulla forza del vostro brand. È una corsa emozionante, e “SEO in Pillole” è qui per correrla con voi.
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